venerdì 25 agosto 2017

RICHIESTA ACCESSO AGLI ATTI


COMITATO PER LAVINIO



Prot N.140817

 

A:    Sindaco di Anzio via Pec

      Assessore all’Ambiente Comune di Anzio via Pec

      Segretario Generale Comune di Anzio via  Pec

      Assessore ai Tributi comune di Anzio via Pec

Protocollo Comune di Anzio per successiva distribuzione agli Uffici. Via Pec.

 

 

Oggetto:  Richiesta formale di accesso agli atti

 

 

Io sottoscritto Dr. Sergio Franchi a nome e per conto dell’Associazione Comitato per Lavinio ed indirettamente  del Comitato Cittadini Sacida,  di Legambiente di Anzio-Nettuno e di altri gruppi ad essi  collegati nell’azione di indagine per conoscere le ragioni e le responsabilità del grave disservizio nella gestione della raccolta dei RSU che perdura da anni nell’ambito del Comune di Anzio,

  • In funzione di  portatore di interessi pubblici e diffusi,
  • in attuazione di quanto stabilito dalla legge 241/1990 e delle successive e recenti modifiche ,

Richiedo in via formale di poter accedere agli atti amministrativi in possesso del Comune di Anzio per quanto riguarda l’ottenimento in copia cartacea  ovvero in forma telematica della seguente documentazione relativa alla gestione della  raccolta dei RSU nel comune di Anzio e precisamente:

 

  1. quantità  prodotte  espresse in peso  delle frazioni di rifiuti  “organico”, “vetro”, “carta e cartone”,  “plastica”,  “indifferenziata” calcolate per mese e relative ai periodi:
    1/1/2013-31/12/2013
    1/1/2014-31/12/2014
    1/1/2015-31/12/2015
    1/1/2016-31/12/2016
    1/1/2017-31/7/2017

 

  1. copia completa del contratto stipulato con la ditta Camassambiente  per la gestione del  servizio di Igiene Urbana e Servizi Accessori per la Raccolta Differenziata dei Rifiuti SPA  (Det.Dirigenziale n. 43 del 25/03/2015)  e relative modifiche o aggiunte successivamente poste in essere. Copia del contratto stipulato con altra ditta nell’estate 2017 per la raccolta supplementare dei rifiuti abbandonati in strada.
     
  2. Copia dei contratti relativi alle ditte di smaltimento (o riferimenti ove  si  tratti di contratti collettivi)  delle frazioni “organico”, “vetro”, “carta e cartone”, “plastica” e “indifferenziata”, nonché “metalli”, “olii”, “Raee” ecc. con  le  quantità espresse in peso smaltite presso  ciascuna di queste,  riassunte  per anno con l’indicazione annua cumulativa  degli importi versati o ricevuti da ciascuno degli enti di smaltimento. Gli anni presi in esame sono il 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017 (parziale).
     
  3. Situazione aggiornata dello stato di pagamento della TARI. La situazione può essere espressa in percentuale degli utenti in regola rispetto al totale degli utenti. La situazione è richiesta per gli anni 2013, 2014, 2015, e 2016.
     
  4. Tasso ufficiale di differenziazione dei rifiuti espresso in percentuale calcolato secondo la formula fornita dalla Regione Lazio relativamente agli anni 2013, 2014, 2015 e 2016.
    Si prega di dare a questa richiesta il carattere dell’urgenza e di produrre il materiale richiesto nel minor tempo possibile.
    Si precisa che, poiché la presente richiesta non inficia il diritto di altri e concerne dati che, per dovere istituzionale Codesto Comune deve produrre,  il tempo che la legge ( normativa FOIA) concede, in modo perentorio,  a Codesta Amministrazione per la produzione dei dati è di trenta giorni solari.  Trascorso tale periodo dalla data di questa richiesta i rappresentanti dei Comitati e delle Associazioni  interessate procederanno per tutelare il proprio diritto alla conoscenza degli atti amministrativi che li riguardano.
     
    Il punto di contatto è:
     
    Con osservanza.
     
    Anzio 24/8/2017                                                              Dr. Sergio Franchi

martedì 1 agosto 2017

LETTERA AL SINDACO IN MERITO ALLA SITUAZIONE ATTUALE


LUGLIO 2017

Signor Sindaco,
Lei sa certamente che il nostro gruppo, unico nella sua specie, ha, come solo obiettivo, quello di contribuire al progresso del nostro territorio perché esso è costituito da persone che nel territorio vivono e che questo territorio amano ma che non “fanno politica”. Purtroppo, però, negli ultimi anni l’obiettivo è necessariamente mutato ed il nostro Comitato invece di contribuire al progresso si deve limitare a combattere il degrado assoluto in cui la città di Anzio ed i suo quartieri sono caduti. Abbiamo avuto più occasioni di incontrarLa e di parlare con Lei ma, quello che appare dal confronto,  è una Sua visione limitata della situazione generale e, a mio avviso, il fatto che Lei non sembra percepire la  perdita di controllo del territorio; una percezione, mi creda, condivisa da tantissimi cittadini che non Le sono politicamente avversi. Prendiamo ad esempio la gestione dei rifiuti. Negli anni abbiamo dato chiaro e netto il segno della nostra volontà di partecipare secondo un concetto fondamentale:”senza il confronto e la collaborazione fra utenza e gestione il servizio fallisce”. In collaborazione con il compianto Ing. Natalini producemmo nel 2008 un studio pilota che spedimmo all’ufficio competente proponendo di collaborare con il medesimo per la sua sperimentazione, quell’ufficio ignorò l’apporto e la collaborazione dell’utenza. Dopo l’iter tribolato che ha condotto all’appalto,  il servizio ha immediatamente dato il segno di carenze sia strutturali sia gestionali. Il capitolato ha mostrato le lacune che Lei stesso ha recentemente sintetizzato con la  frase “questo capitolato non va bene per Anzio”: questo capitolato è stato concepito, adottato e gestito dalla Sua Amministrazione.  La gestione, nella sua complessità interdisciplinare, ha rivelato lacune devastanti. Abbiamo accentuato successivamente la nostra proposta di collaborazione tanto da giungere alla firma di un protocollo d’intesa con l’Assessore all’Ambiente (23/9/2105 prot 36351) al fine di contribuire ad apportare quelle necessarie modifiche operative indispensabili per razionalizzare  il servizio e per abbattere quei costi che riteniamo dovuti ad anomalie correggibili. L’accordo, che fu completamente disatteso da parte dell’Amministrazione, fu unilateralmente denunciato dal nostro gruppo il 15/6/2016.   Il risultato è che le strade del Comune sono diventate una discarica generalizzata. Oltre al  grande danno d’immagine che ne deriva ad un comune con vocazione turistica c’è, però un aspetto di danno che deriva alla comunità dei contribuenti. Non entriamo volutamente nell’analisi complessa delle ragioni ma riteniamo utile sintetizzare l’aspetto economico e le anomalie che ne influenzano l’evoluzione.  I servizi di raccolta differenziata dei rifiuti tendono a veder ridotti i costi alla fine del secondo anno, quando cioè sono stati ammortizzati i costi di start up (nel nostro caso sostenuti dal contributo della Provincia) e si incrementa il ricavato dalla vendita delle frazioni differenziate. Nel caso di Anzio l’aumento della tariffa è stato costante ed è previsto che continui. Quali sono le ragioni? Le ragioni sono molteplici ma che si possono riassumere in alcuni aspetti operativi: la scarsa capacità di gestire il servizio, un contratto poco funzionale, l’enorme quantità di rifiuti raccolti in strada con la conseguente lievitazione dell’indifferenziato, la decisione di non considerare i rifiuti verdi come frazione differenziata, la mancata distribuzione delle compostiere, l’inefficienza del servizio di prelievo domiciliare ecc. Questi elementi che, nonostante i nostri reiterati tentativi, la dirigenza del servizio non ha creduto opportuno modificare, costituiscono le ragioni dei maggiori costi e un maggiore gravame ingiustificato per la gente. I rifiuti si prelevano presso l’utenza; le bonifiche stradali devono costituire un’eccezione e quando esse  sono la regola allora il  servizio ha fallito ed a pagarne le spese sono quei cittadini che pagano la TARI. Non riteniamo giusto che questo spreco di risorse possa protrarsi a carico dei cittadini per cui abbiamo programmato una serie di manifestazioni che dovrebbero costituire invito e stimolo per Lei, Signor Sindaco, a prendere immediati e radicali provvedimenti per invertire un corso poco virtuoso che ha provocato e provoca enorme disagio ed  un danno economico alla gente ed all’immagine di Anzio.
Sergio Franchi

lunedì 10 aprile 2017

CONFERENZA REGIONALE DEI SERVIZI


20 APRILE 2017

CONFERENZA REGIONALE
DEI SERVIZI.

Si parlerà della mega discarica della Cogna.
Come mai, dopo mesi di "letargo", la Regione ha deciso di accelerare i tempi?




lunedì 27 marzo 2017

INAUGURAZIONE NUOVA SEDE DI LEGAMBIENTE

 INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE DEL CIRCOLO LEGAMBIENTE LE RONDINI

Legambiente è l'organizzazione ambientalista italiana più diffusa sul territorio nazionale: oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno partecipano ai campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali. Da molti anni nel comprensorio di Anzio Nettuno opera il Circolo di Legambiente “Le Rondini” che porta avanti le iniziative nazionali e partecipa a molti progetti del territorio di Anzio e Nettuno anche in collaborazione con altri gruppi in difesa della natura e dell’ambiente. Un limite all’ attività del circolo è stata da sempre la mancanza di una sede in cui riunirsi e da  cui gestire le varie attività associative. Dopo lo “sfratto” da parte del Comune di Anzio dalla sede compartecipata di Piazza Pia, per oltre un anno le riunioni e l’attività del circolo sono  proseguite con qualche difficoltà dall’ abitazione della sua presidente Anna Tomassetti. Fino al momento in cui  Rete Ferroviaria Italiana, attraverso il programma “Green Station”, con cui concede  in comodato d’uso spazi delle stazioni secondarie ad associazioni ambientaliste, ha ceduto il locale della ex-biglietteria della Stazione di Anzio al circolo di Legambiente di Anzio-Nettuno;  che costituisce quindi la prima “Green Station” del Lazio. Dopo qualche essenziale lavoro di manutenzione la sede del Circolo Le Rondini è pronta e la sua inaugurazione avrà luogo  alle ore 10.00 di mercoledì 19 aprile 2017 con la presenza di una rappresentanza di RFI ed a cui sono state invitate le autorità locali. E’ prevista la ripresa televisiva da parte  della RAI. I cittadini sono invitati a partecipare.

Ufficio Stampa

lunedì 20 marzo 2017

LETTERA AL SINDACO IN MERITO ALLA CAMPAGNA NO PUB


Gentile Signor Sindaco,

sono tanti e difficili i problemi da risolvere quando si è scelto di fare il Sindaco di una città come Anzio che da Roma ha ricevuti i fasti e la storia e che da Roma riceve oggi degrado e rifiuti. Al contrario di chi ha agende da rispettare,  la nostra Associazione, che cerca di rappresentare genuinamente i cittadini  di Lavinio e che l’ha mille volte criticata, Le  da oggi atto di quanto ha dato segno di voler fare in merito al controllo del territorio contro la realizzazione indiscriminata di impianti di trattamento dei rifiuti. La nostra tendenza è stata ed è quella che dovrebbe essere propria delle associazioni di volontariato  sociale genuino e cioè la collaborazione con le istituzioni che operano nel territorio: la sinergia democratica. Lo abbiamo fatto in passato ed abbiamo ricevuto in cambio solo frustrazione e delusioni. Vogliamo ora continuare ad esprimere il nostro atteggiamento propositivo con una proposta semplice, attuabile e con un impatto immediato e consistente: quella che abbiamo voluto chiamare “campagna NO-PUB”. Il territorio di Anzio è in buona parte edificato a ville e villini che, come avviene in Lavinio,  sono abitati solo per il 15-20% in modo permanente e che vengono utilizzati come seconde abitazioni ad uso prevalentemente estivo. Le unità abitative, specialmente quelle mono o plurifamiliari, sono quotidianamente bombardate da una pubblicità assillante ed invasiva, invasiva specialmente quanto è fatta contro la volontà degli interessati e quando concorre inutilmente al degrado del territorio  Purtroppo, la distribuzione dei depliants pubblicitari viene fatta senza alcuna logica e nemmeno senza l’efficacia che chi la paga dovrebbe aspettarsi. E’ molto comune vedere ragazzi spesso non italiani che passano velocemente cercando di infilare con accanimento uno o più depliants  nelle cassette postali; non lo fanno con l’obiettivo  di far conoscere un messaggio pubblicitario ma solo con l’intenzione di consegnarne il maggior numero possibile di opuscoli perché al numero è legato il loro modestissimo compenso. Chi scrive può testimoniare di aver visto personalmente l’abbandono di pacchi di depliants direttamente su un muretto di cinta e quindi sul suolo stradale.  Il servizio, che è molto utile per far risparmiare le persone che ricevono il messaggio e che da esso sono interessate, diventa decisamente dannoso per i suoi effetti collaterali: il messaggio pubblicitario giunge a circa il 15% delle persone a cui è diretto mentre per circa l’85% esso viene disperso nell’ambiente sotto forma di rifiuti stradali. L’inserimento forzato di opuscoli nelle cassette postali comporta inoltre, a detta delle forze dell’ordine, anche un chiaro segnale  per la delinquenza comune per identificare le abitazioni non abitate e quindi visitabili con tutta tranquillità.  Questo modo di fare pubblicità  è inutilmente dispendioso per chi la fa ed inaccettabile per l’ambiente e per la gente che vi vive. Le proponiamo di porre un limite a questo inutile aggiuntivo strumento di degrado di cui Anzio non ha certamente bisogno, rispettando naturalmente il diritto al libero commercio ed alla libertà di divulgarne gli strumenti. Le proponiamo di emettere un’ordinanza basata su pochi e semplici punti essenziali: 1. Le ditte che distribuiscono pubblicità non devono inserire forzatamente opuscoli pubblicitari in cassette in cui è evidente che la posta non viene  ritirata oppure di cui è noto il fatto che le case non sono abitate o su cui è  riportato l’invito “NO PUBBLICITA’” o “NO-PUB”;  2. I cittadini che non abitano in permanenza le proprie abitazioni o che non sono interessati a ricevere pubblicità siano invitati a scrivere sulla propria cassetta “NO PUBBLICITA” o semplicemente “NO-PUB”; 3. Le ditte incaricate di distribuire gli opuscoli pubblicitari ed i loro committenti commerciali devono rispondere dell’adempimento all’ordinanza da parte di che distribuisce la pubblicità. 4. La non applicazione comporta sanzioni. Ci aspettiamo, Signor Sindaco, che Lei dia corso a questa nostra proposta, un atto semplice e facile che contribuirebbe a ridurre i rifiuti nelle strade ed  eviterebbe di fornire informazioni utili alla delinquenza comune che sta agendo, quasi indisturbata, sul nostro territorio.  La nostra associazione  prende l’impegno a far conoscere ed a promuoverne la divulgazione dell’ordinanza che Lei vorrà emettere. Cordiali saluti.


Sergio Franchi

NON VOGLIAMO PUBBLICITA' NELLE NOSTRE CASSETTE

La pubblicità nelle cassette  contribuisce all’ accumulo di rifiuti nelle strade    


                                      
                            CAMPAGNA NO-PUB






Se c’è una cosa di cui non si sente la mancanza nel Comune di Anzio è una fonte aggiuntiva che produca  rifiuti  sul suolo pubblico. Ci pensa già  un servizio di raccolta sgangherato a provocare accumuli di rifiuti lungo i bordi delle strade comunali, accumuli che si formano e vengono rimossi alla stessa stregua con cui invece della malattia si insiste a voler curare il sintomo: invece di evitare che i rifiuti vengano abbandonati in strada  si preferisce continuare a raccoglierli sotto forma di continue “bonifiche” con costi aggiuntivi per la comunità. Ai rifiuti abbandonati, che si identificano prevalentemente con la  formazione di mucchi spesso in corrispondenza dei vecchi cassonetti, si aggiunge un’altra modalità  forse ancora più fastidiosa ma certamente  più contrastabile dell’altra: la distribuzione martellante di pubblicità di prodotti in vendita prevalentemente nei supermercati della zona.

Questo servizio, si fa per dire, può essere utile alla comunità se fosse fornito con un minimo di grano salis, perché permette di conoscere i prezzi dei prodotti e gli sconti praticati, elemento che in tempo di crisi economica, può aiutare le famiglie. Purtroppo, la distribuzione dei depliants pubblicitari viene fatta senza alcuna logica e nemmeno senza l’efficacia che chi la paga dovrebbe aspettarsi. E’ molto comune vedere ragazzotti, spesso extra-comunitari, che celermente passano di cassetta postale in cassetta postale accanendosi a ficcare dentro in ognuna di esse uno o più opuscoli pubblicitari. 

Accanendosi, perché nella maggioranza dei casi le abitazioni non sono abitate e gli opuscoli pubblicitari si accumulano nella cassette  e nel terreno circostante incrementando il degrado e la sporcizia che il servizio pubblico che non funziona facilita,  con la mancanza della pulizia delle strade che è prevista in contratto ma di cui non si vede traccia nella realtà quotidiana. È molto comune nei paesi europei e nord americani veder sulle cassette della posta una targhetta su  cui è scritto NO-PUB oppure NO-AD  che manifesta l’intenzione, sempre rispettata,  di non ricevere materiale pubblicitario. 

Aspettarsi che il ragazzotto, che si sta guadagnando la paghetta,  rispetti la scritta NO-PUB sarebbe troppo,  ma sperare che le ditte che ordinano la distribuzione abbiamo un pò di rispetto per l’ambiente credo sia un desiderio lecito e soddisfacibile. 

Basterebbe che il sindaco emettesse una semplice ordinanza con cui proibisca che la distribuzione degli opuscoli pubblicitari avvenga nelle cassette che, evidentemente, non vengono svuotate, oppure nelle cassette in cui sia scritto “NO-PUB”,  per ridurre notevolmente il fatto  che le strade vengano inondate da cartacce colorate che si distribuiscono in modo continuo ed uniforme nell’ ambiente.  

Un’ordinanza di questo tipo ha dimostrato altrove  di essere efficace e conveniente per tutti. Innanzi tutto per chi produce  la pubblicità, perché potrebbe ridurre il numero degli opuscoli ed indirizzarli solo verso  chi ha interesse o che, comunque, vorrà o potrà leggere il messaggio pubblicitario. 

Poi eviterà quell’ accumulo di carta nella cassette della posta che serve solo a segnalare alla criminalità che la casa è disabitata e quindi oggetto facile per una visita non desiderata. Infine ridurrà la quantità di fastidiosissimi rifiuti che rende le nostre strade una pattumiera,  senza soluzione di continuità.



Sergio Franchi

giovedì 23 febbraio 2017

LETTERA AL GOVERNATORE DELLA REGIONE NICOLA ZINGARETTI

Prot N. 171116
A:    REGIONE LAZIO URP urp@regione.lazio.legalmail.it
Info: REGIONE LAZIO Attenzione del Presidente protocollo@regione.lazio.legalmail.it


Oggetto: Richiesta di chiarimenti

Signor  Presidente,
Che il controllo del ciclo dei rifiuti sia un problema per tutte le Amministrazioni che gestiscono il territorio è un fatto da tutti condiviso; che esso debba diventare un fenomeno incontrollato e quindi foriero di contrasti e di dissenso è una scelta degli amministratori. Direttive europee e leggi nazionali sono sempre più dirette ad influenzare i due aspetti fondamentali del processo  e cioè la riduzione e la separazione, indispensabile per il riciclo. Ma questi sono interventi lunghi e difficili  che con troppa lentezza potranno avere una ricaduta effettiva sul territorio e sui cittadini: quei cittadini che, nella nostra Regione, si trovano a contrastare in  molti luoghi e con modalità diverse lo straripare dei rifiuti prodotti dalla capitale. Le prese di posizione di molti gruppi organizzati, in ambito regionale, spesso supportate dalle amministrazioni locali, si riferiscono alla realizzazione di impianti e di strutture che vengono proposte spesso da minuscole società a responsabilità limitata e che hanno come unico obiettivo il guadagno, che cercano di raggiungere con ogni mezzo lecito e qualche volta illecito. Nel contesto così sensibile del trattamento dei rifiuti il guadagno non può essere l’unica motivazione che muove il sistema. Se è vero che in una democrazia occidentale vige il diritto d’impresa è anche vero che, per materie così impattanti la salute, l’economia e la tranquillità sociale dei cittadini, è lo Stato e, nel Lazio, è l’Autorità da Lei rappresentata,  che devono  fissare norme chiare e certe atte a preservare prima i diritti delle Comunità e poi quelli  dell’impresa. In una cittadina a vocazione turistica come Anzio, in cui la nostra associazione opera da molti anni,  si vanno accumulando richieste per la realizzazione  di impianti  per la trasformazione di rifiuti organici e per il trattamento di rifiuti speciali e ciò sta avvenendo attraverso Conferenze di Servizi che tendono a considerare ciascuna richiesta quasi a  prescindere dal contesto. Consessi che  limitano la propria analisi a fattori tecnico-urbanistici spesso disgiunti da quelli sanitari e senza  analisi epidemiologiche del territorio che ne verifichino l’accettabilità in proiezione futura. Insomma, in base alla legislazione regionale esistente, in una zona industriale di un piccolo comune,  potrebbero essere approvate centrali ed impianti di trattamento rifiuti senza tener conto del loro impatto futuro e cumulativo sul territorio, senza considerare le necessità di smaltire da parte del  territorio interessato e senza che l’amministrazione locale possa rifiutarne la realizzazione.  “Not in my yard” non è un principio condivisibile ma è ancora meno condivisibile che nel mio cortile vengano gettati i rifiuti del vicinato. Abbiamo di recente avuto un incontro presso l’Ufficio del Signor Buschini ma non siamo riusciti a conoscere l’evoluzione della normativa che regolerà nell’immediato  futuro questo vitale aspetto della vita sociale della nostra Regione. Chiediamo di conoscere che cosa è previsto dal  Governo della Regione in merito alla gestione dei rifiuti ed alla impellente necessità di definire la  distribuzione degli strumenti del loro   trattamento e smaltimento in modo  equilibrato e che ne conchiuda il ciclo in ambiti intercomunali appositamente costituiti. Riteniamo che la Sua Amministrazione debba prendere una posizione chiara nell’esprimere un principio di equità che rassicuri la amministrazioni comunali e le coinvolga in modo costruttivo nella gestione del problema. Ben venga la costituzione degli ambiti intercomunali in cui chi produce i rifiuti venga chiamato a ridurne la produzione, a trattarli ed a smaltirli in modo autonomo. Conoscendo la Sua disponibilità siamo certi che vorrà replicare a questa nostra richiesta auspicando anche  che sia disponibile per un incontro.
Con i saluti della nostra Associazione.
Anzio 3-2-2017                                                                            (

COMMISSIONE AMBIENTE

14/02/2017 - 

Stop agli inceneritori, tanto di nuova costruzione quanto quelli di Colleferro e San Vittore. Riduzione dei rifiuti, con iniziative di comunicazione e centri di riuso. Prevedere per riciclo e recupero delle frazioni secche e umide sub ambiti e bacini territoriali - anche interprovinciali - di circa 250 mila abitanti. Puntare sul recupero di materia, con centri di riciclo e impianti di compostaggio di piccola e media taglia, entro le 30 mila tonnellate l'anno, privilegiando quelli aerobici e nei piccoli centri quelli elettromeccanici o di comunità. Per lo smaltimento in discarica, invece, andrebbero previsti ambiti a carattere provinciale. Prima di arrivare a tutto questo, nella fase transitoria, la Regione potrebbe già uscire dalla fileria dell'incenerimento, smettendo di produrre CDR/CSS destinato a esser bruciato e riconvertendo gli impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb) alla produzione di "plasmix", una miscela di plastica di diversi tipi.

È questa, in sintesi, la ricetta per il nuovo piano rifiuti in elaborazione in Giunta che l'associazione Zero Waste Lazio ha proposto alla Regione oggi pomeriggio in una relazione consegnata alla commissione Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Enrico Panunzi, nel corso di un'audizione richiesta da Enrico Forte (Pd). Altre audizioni sono state annunciate da Panunzi proprio in relazione alla proposta di revisione del piano rifiuti, a proposito del quale sono in discussione nella stessa commissione sei delibere propedeutiche.

Durante l'audizione di Zero Waste Lazio l'assessore all'Ambiente del Comune di Aprilia, Alessandra Lombardi ha invitato l'assessorato regionale guidato da Mauro Buschini a tenere conto nel piano rifiuti di bacini interprovinciali. "Non necessariamente la provincia descrive una realtà", ha detto. Aprilia è in provincia di Latina ma si incunea in quella di Roma. Lombardi ha portato la testimonianza di sette comuni della zona, a cavallo tra Latina e Roma (tra i quali Pomezia, Ardea e Anzio), che hanno realizzato in pratica un bacino ottimale di prossimità per i rifiuti. Un'esperienza che potrebbe essere ripetuta anche in altre aree con analoghe caratteristiche.

BIOMETANO, NO DI COMUNE E COMITATO
A seguire si è tenuta - sempre nel tardo pomeriggio e in commissione Ambiente - una seconda audizione, chiesta in questo caso da Simone Lupi (Pd). Argomento: il progetto di un impianto di biogas ad Artena, in contrada Colubro, non lontano da Lariano. Lupi, considerato che si stanno valutando fabbisogni e nuovo piano rifiuti, ha chiesto se fosse il caso di sospendere i progetti per nuovi impianti. Domani è infatti prevista la terza conferenza di servizi promossa dall'area valutazione impatto ambientale (Via) della Regione sul progetto di un'azienda per la produzione di metano dagli scarti organici. Un tavolo che - come hanno spiegato per conto dell'assessorato guidato da Buschini, Daniele Fortini e Lucio Migliorelli - non è tecnicamente possibile rinviare, ma al quale siedono diversi soggetti. Il piano rifiuti, poi, non può pianificare in materia di flussi di differenziata, c'è libero mercato, e la Toscana che ha tentato di intervenire adesso attende il giudizio della corte costituzionale. La Regione, secondo Fortini, può però operare per la prevenzione e far sì che l'organico (un milione di metri cubi l'anno nel Lazio sui tre totali) non diventi rifiuto. Gran parte degli interventi saranno orientati a sostenere compostaggio domestico, di comunità e di prossimità. Quanto alla volontà del territorio e delle popolazioni non potrà essere ignorata.

"Si deve tener conto delle comunità locali", ha detto Panunzi. "I territori hanno diritto di rivendicare la qualità del 'ben-essere'", ha sottolineato Daniela Bianchi (Si-Sel). Una volontà contraria che il comune di Artena ha espresso con una deliberazione all'unanimità, consegnata alla commissione dall'assessore all'Ambiente, Carlo Scaccia. A ricostruire la vicenda e le incogruenze la consigliera comunale Silvia Carocci: "È dovere della Regione intervenire", ha detto, chiedendo la sospensione della conferenza dei servizi. La fissazione di regole per dislocazione di questo genere di impianti, tra gli altri elementi rappresentati, è stata invocata dal Comitato No Biometano Artena, per conto del quale è intervenuto in commissione Ambiente Giancarlo Ceci.


giovedì 16 febbraio 2017

ANZIO NO-BIOGAS ATTACCA LEGAMBIENTE


 “Rispondere alle provocazioni è dare voce agli imbecilli”. Ho meditato prima di dare voce agli imbecilli ma non ho resistito anche perché la voce degli imbecilli può essere fraintesa dalle persone per bene. C’è stato un attacco a Legambiente da parte di “Alternativa Sostenibile” a cui verrà replicato a livello nazionale; ma, siccome questo attacco è stato reiterato pappagallescamente a livello locale dal Comitato Anzio No-Biogas,  merita alcune precisazioni. “ Legambiente , a livello nazionale appoggia l’iniziativa “Piattaforma Biometano”, promossa dal Consorzio Italiano Biogas, mentre a livello locale  (Es. Anzio) vorrebbe “aiutare” i comitati in lotta contro gli impatti derivanti dagli impianti di trattamento rifiuti con produzione di Biogas-Biometano. Mandanti e mandatari hanno obiettivi e scopi politici, sul ciclo integrato dei rifiuti, simili a quelli del PD regionale. Per la tutela della salute dei cittadini, mettiamo in guardia i Comitati e li invitiamo ad informarsi sulla visione strategica di questa associazione “ambientalista””. A parte il  linguaggio che impatta in modo piuttosto drammatico con la lingua italiana, giova precisare che Legambiente nazionale stabilisce le linee ambientaliste generali a cui i circoli si devono attenere ma lascia liberi i vari consessi locali di portare avanti idee, iniziative  e progetti in modo del tutto autonomo. Legambiente di Anzio-Nettuno aderisce al Comitato per Lavinio per quanto riguarda l’attività del gruppo Lavinio NO-Biogas nella comune convinzione che il problema non è la tecnologia del Biogas ma come questa problematica  viene gestita sul nostro territorio.  Il Comitato per Lavinio porta avanti progetti per la difesa del territorio da circa 13 anni. è composto da persone di grande esperienza che sono orgogliose del fatto che Legambiente appoggi  la loro attività per questo progetto. Il Comitato per Lavinio, per statuto e nella realtà,  è un’associazione del tutto apartitica ed aconfessionale. Nessun componente  del Comitato per  Lavinio ha partecipato o parteciperà in competizioni elettorali come candidato.    Il Circolo di Legambiente di Anzio-Nettuno non aderisce a nessun gruppo politico, non esercita nessuna attività propagandistica nel suo interno o all’ esterno. Vediamo da quale pulpito viene la predica. Il Comitato Anzio No Biogas, che è un’associazione nata alcuni mesi orsono,  è presieduto da persone direttamente impegnate in politica; gli inviti e l’attività in rete e  nelle piazze avvengono  sotto la bandiera del Movimento 5 Stelle e  di Rifondazione Comunista. I responsabili del Comitato Anzio No-Biogas  hanno partecipato e, siamo certi, parteciperanno a competizioni elettorali per i partiti che ora li appoggiano, in tutti i modi, nella loro attività associativa, politica e propagandistica fino a scomodare elementi esterni alla realtà locale come è avvenuto di recente con una parlamentare del Movimento 5 Stelle. 

Il Comitato per Lavinio ha lasciato sempre cadere allusioni puerili e strumentazioni ridicole, perché ha sempre preferito privilegiare il  rispetto per il comune obiettivo, nella speranza di una collaborazione spesso offerta e sempre rifiutata;  ma quando la stupidità rischia di essere fraintesa  e c’è  chi si permette illazioni che tendono a gettare ombre su persone che hanno come unico obiettivo la difesa del territorio,  allora c’è bisogno di  mettere i puntini sulle i.

Com. LAVINIO NO-BIOGAS

lunedì 30 gennaio 2017

COMUNICATO STAMPA DEL 30 GENNAIO 2017

 IL SINDACO FARA’ L’ORDINANZA CONTRO LA BIOGAS

Il Sindaco ha confermato quanto discusso e concordato con i rappresentanti del Comitato di Lavinio NO-BIOGAS durante il lungo incontro che si è tenuto presso il suo ufficio il 24 gennaio. In risposta alle interrogazioni del Consigliere Bernardone e di altri nel  Consiglio Comunale  del 30 gennaio il Sindaco ha fatto il punto sulla situazione delle centrali Biogas ad Anzio. “Tanto per cominciare” ha esordito il Sindaco “di centrali ad Anzio non ce ne sono e verrà fatto quanto necessario per evitarle”. A fronte delle contestazioni dei vari Consiglieri in merito alla mancata attuazione di quanto deliberato all’unanimità  in occasione del Consiglio Comunale di febbraio 2016,  il Sindaco ha confermato quello che aveva concordato nell’incontro con i rappresentanti del Gruppo di Lavinio NO-BIOGAS e cioè che darà seguito alla richiesta formale di uno studio di epidemiologico sulla zona interessata dalla realizzazione e, di conseguenza, emetterà un ordinanza di sospensione in attuazione del principio di cautela.  Il Comitato per Lavinio Lavinio NO-BIOGAS si è dichiarato pronto a lavorare con l’Amministrazione di Anzio per evitare che le centrali per la produzione del Bio-metano ad Anzio vengano realizzate.
COMITATO PER LAVINIO -Lavinio NO-BIOGAS

mercoledì 25 gennaio 2017

COMUNICATO RELATIVO AD INCONTRO COL SINDACO BRUSCHINI, A PROPOSITO DI IMPIANTI BIOGAS

Comunicato stampa 240117/sf

IL SINDACO DI ANZIO ACCETTA LA PROPOSTA DI LAVINIO-NO BIOGAS
Forti  della propria credibilità, che deriva dall’ indipendenza da partiti politici e dall’ esperienza guadagnata in difesa del territorio in anni di  intenso lavoro,  il Comitato per Lavinio ed il Gruppo Lavinio No-Biogas stanno lavorando da alcuni mesi, a livello politico,   per raggiungere qualche risultato concreto nella loro azione di contrasto alla realizzazione delle centrali di biometano sul territorio di Anzio. L’azione trasversale ha coinvolto, innanzi tutto, Le Assessore  Cafà e Nolfi con la Consigliera Salsedo  nonché i Consiglieri  Bernardone e C. Tontini,  con l’intento di ribadire, attraverso una mozione condivisa,  i punti qualificanti di  quella unanimemente approvata il 10 febbraio 2016. Quella mozione che vincolava il Comune di Anzio all’ espletamento di specifiche azioni che il Comune di Anzio ha, finora, in gran parte disatteso:  come la modifica del Regolamento  d’Igiene e Sanità, la creazione di un  gruppo di esperti e l’avvio di uno studio epidemiologico. Prima della presentazione formale della nuova mozione per la discussione in Consiglio Comunale, l’Assessora Cafà ha proposto un confronto col Sindaco Bruschini. L’incontro è avvenuto presso l’ufficio del Sindaco il 24 gennaio alle ore 10,00 ed ha visto la partecipazione, oltre che del Sindaco, di Roberta Cafà, di Laura Nolfi ed, in rappresentanza di Lavinio-No Biogas, di Maria Pia Pelagatti, Saverio Ciullo e Sergio Franchi, assente giustificata Valentina Salsedo, influenzata. L’incontro è durato circa 1 ora e 45 minuti ed ha toccato tutti gli aspetti del problema biogas ad Anzio con una lunga e dettagliata introduzione con la quale, con riferimento all’ impianto della Spadellata, il Sindaco ha voluto riconoscere sia la carenza di informazione sia la mancanza di coinvolgimento degli abitanti della zona e ribadire che l’assenso fu dato senza che egli ne fosse stato preventivamente informato. Si è parlato delle azioni previste nella mozione approvata il 10 febbraio e disattese, del ricorso al TAR perduto dal Comune e dell’obbligo,  non delegabile, del Sindaco come responsabile della salute pubblica. Si è parlato, nel concreto, di quanto il Sindaco può e deve fare oggi a tutela dei cittadini,  responsabilità alla quale Bruschini  non intende assolutamente sottrarsi. I  punti di forza delle argomentazioni portate all’ attenzione del Sindaco  ed incluse nella nuova proposta di mozione,  sono essenzialmente basati su un due aspetti collegati fra loro e cioè sulla richiesta formale all’ autorità  sanitaria competente di esecuzione di uno studio longitudinale epidemiologico  di pannello, al fine di verificare la condizione sanitaria di un contesto che mescola industria ed abusivismo molto intenso ed, in attesa della disponibilità di elementi sanitari certi sulla situazione attuale, l’emissione di un’ordinanza sindacale che sospenda ogni attività realizzativa per ragioni  di cautela. Circostanza prevista  in attuazione del principio di precauzione, sancito dalla normativa vigente nazionale ed internazionale.  Principio per la prima volta invocato, nel caso in questione,  dall’ Arch.  Canacari, del gruppo Lavinio No-Biogas,  quando accennò al cumulo di fattori influenti, in occasione della Conferenza di Servizi che si tenne per discutere  della seconda centrale, quella di Via Amedeo Nazzari a Padiglione. Fattore ripreso da un intervento del  Consigliere C. Tontini durante il Consiglio Comunale del  10 febbraio. Naturalmente ne consegue il “riesame dell’AIA” che l’Autorità Regionale deve concedere in forza dell’art 7 del d.Lgs n 46 del 2014 per l’acquisizione delle nuove risultanze. Comprensibile il timore del Sindaco Bruschini per una decisione  che potrebbe essere ritenuta tardiva e generare azioni di rivalsa da parte di eventuali  danneggiati.   A questa considerazione è stata contrapposta la logica per cui il Sindaco non  entrerebbe nel merito dell’assenso dato da un suo delegato,  ma effettuerebbe tutte quelle necessarie verifiche preventive a protezione dei cittadini,  fatto che oggi egli ha l’obbligo di attuare,  come dovere non delegabile e che tanto meno fu delegato all’ Assessore che lo rappresentò in quella  Conferenza dei Servizi di cui egli non era neanche  a conoscenza. Un obbligo che resta  oggi di sua esclusiva responsabilità. Su queste basi i rappresentanti del Comitato per Lavinio e di Lavinio-No Biogas  hanno anticipato la loro collaborazione. Il Sindaco ha annunciato la propria disponibilità in tal senso e l’intento di porre in atto questa proposta sia a livello di verifica epidemiologica sia di emissione di un’ordinanza in attuazione del principio di precauzione; si è riservato di verificare la formalizzazione di tali azioni sul piano della fattibilità tecnica e delle responsabilità legali. In tali circostanze  la presentazione della mozione proposta  dal Comitato per Lavinio viene sospesa, sia perché ribadiva aspetti già approvati, sia perché riguarda azioni che il Sindaco deve esercitare come dovere istituzionale e per le quali non necessita di ulteriori deliberati politici. Restano altre incombenze che derivano alla Giunta da quella mozione, incombenze importanti al fine di rendere più concreta e piu incisiva l’azione nel merito. Saranno i fatti e le azioni concrete che guideranno i comportamenti  e la collaborazione del Comitato per Lavinio e di Lavinio-No Biogas  con il Sindaco e l’Amministrazione  Comunale.

Comitato per Lavinio Lavinio-No Biogas

lunedì 2 gennaio 2017

RIPRESA DEGLI INCONTRI

DA DOMANI, 3 GENNAIO 2017,
RIPRENDONO GLI INCONTRI,
TUTTI I MARTEDÌ', 
NELLA SEDE DEL COMITATO,
IN VIA DELLE MARGHERITE, 125,
LAVINIO

IL COMITATO PER LAVINIO 
AUGURA COMUNQUE
UN OTTIMO 2017 A TUTTI !!!