giovedì 23 febbraio 2017

COMMISSIONE AMBIENTE

14/02/2017 - 

Stop agli inceneritori, tanto di nuova costruzione quanto quelli di Colleferro e San Vittore. Riduzione dei rifiuti, con iniziative di comunicazione e centri di riuso. Prevedere per riciclo e recupero delle frazioni secche e umide sub ambiti e bacini territoriali - anche interprovinciali - di circa 250 mila abitanti. Puntare sul recupero di materia, con centri di riciclo e impianti di compostaggio di piccola e media taglia, entro le 30 mila tonnellate l'anno, privilegiando quelli aerobici e nei piccoli centri quelli elettromeccanici o di comunità. Per lo smaltimento in discarica, invece, andrebbero previsti ambiti a carattere provinciale. Prima di arrivare a tutto questo, nella fase transitoria, la Regione potrebbe già uscire dalla fileria dell'incenerimento, smettendo di produrre CDR/CSS destinato a esser bruciato e riconvertendo gli impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb) alla produzione di "plasmix", una miscela di plastica di diversi tipi.

È questa, in sintesi, la ricetta per il nuovo piano rifiuti in elaborazione in Giunta che l'associazione Zero Waste Lazio ha proposto alla Regione oggi pomeriggio in una relazione consegnata alla commissione Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Enrico Panunzi, nel corso di un'audizione richiesta da Enrico Forte (Pd). Altre audizioni sono state annunciate da Panunzi proprio in relazione alla proposta di revisione del piano rifiuti, a proposito del quale sono in discussione nella stessa commissione sei delibere propedeutiche.

Durante l'audizione di Zero Waste Lazio l'assessore all'Ambiente del Comune di Aprilia, Alessandra Lombardi ha invitato l'assessorato regionale guidato da Mauro Buschini a tenere conto nel piano rifiuti di bacini interprovinciali. "Non necessariamente la provincia descrive una realtà", ha detto. Aprilia è in provincia di Latina ma si incunea in quella di Roma. Lombardi ha portato la testimonianza di sette comuni della zona, a cavallo tra Latina e Roma (tra i quali Pomezia, Ardea e Anzio), che hanno realizzato in pratica un bacino ottimale di prossimità per i rifiuti. Un'esperienza che potrebbe essere ripetuta anche in altre aree con analoghe caratteristiche.

BIOMETANO, NO DI COMUNE E COMITATO
A seguire si è tenuta - sempre nel tardo pomeriggio e in commissione Ambiente - una seconda audizione, chiesta in questo caso da Simone Lupi (Pd). Argomento: il progetto di un impianto di biogas ad Artena, in contrada Colubro, non lontano da Lariano. Lupi, considerato che si stanno valutando fabbisogni e nuovo piano rifiuti, ha chiesto se fosse il caso di sospendere i progetti per nuovi impianti. Domani è infatti prevista la terza conferenza di servizi promossa dall'area valutazione impatto ambientale (Via) della Regione sul progetto di un'azienda per la produzione di metano dagli scarti organici. Un tavolo che - come hanno spiegato per conto dell'assessorato guidato da Buschini, Daniele Fortini e Lucio Migliorelli - non è tecnicamente possibile rinviare, ma al quale siedono diversi soggetti. Il piano rifiuti, poi, non può pianificare in materia di flussi di differenziata, c'è libero mercato, e la Toscana che ha tentato di intervenire adesso attende il giudizio della corte costituzionale. La Regione, secondo Fortini, può però operare per la prevenzione e far sì che l'organico (un milione di metri cubi l'anno nel Lazio sui tre totali) non diventi rifiuto. Gran parte degli interventi saranno orientati a sostenere compostaggio domestico, di comunità e di prossimità. Quanto alla volontà del territorio e delle popolazioni non potrà essere ignorata.

"Si deve tener conto delle comunità locali", ha detto Panunzi. "I territori hanno diritto di rivendicare la qualità del 'ben-essere'", ha sottolineato Daniela Bianchi (Si-Sel). Una volontà contraria che il comune di Artena ha espresso con una deliberazione all'unanimità, consegnata alla commissione dall'assessore all'Ambiente, Carlo Scaccia. A ricostruire la vicenda e le incogruenze la consigliera comunale Silvia Carocci: "È dovere della Regione intervenire", ha detto, chiedendo la sospensione della conferenza dei servizi. La fissazione di regole per dislocazione di questo genere di impianti, tra gli altri elementi rappresentati, è stata invocata dal Comitato No Biometano Artena, per conto del quale è intervenuto in commissione Ambiente Giancarlo Ceci.


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