Spazzatura lungo una delle arterie stradali più frequentate di Lavinio
il blog del comitato
Per parlare di tutto ciò che riguarda Lavinio, sia quel che va ma, soprattutto, quel che non va.
sabato 22 agosto 2020
mercoledì 13 novembre 2019
VILLA MARCELLA: SÌ O NO?
VILLA MARCELLA: DELENDA O NON DELENDA?
Questo è l’interrogativo esistenziale che sta prendendo forma in questi giorni al seguito dell’ articolo uscito sul Litorale, in cui si ventila la drastica soluzione dell’ abbattimento della casa.
E a tal proposito stanno emergendo due scuole di pensiero nettamente opposte:
Chi la vuole distrutta asserisce che, nelle condizioni in cui l’edificio versa, è come mantenere un cadavere putrefatto da anni, più dannoso che altro, ed inutile.
Chi la vuole in piedi, malgrado tutto, guarda altrove. Spiego subito.
Negli ultimi anni, un certo numero di costruzioni “storiche” sono state rase al suolo, sostituite da graziosi, ma del tutto anonimi, comprensori di villette, dunque, rimpiazzate con edilizia privata, non pubblica come invece era auspicato e sperato da chi, in fondo, non voleva la scomparsa delle magioni.
A tal proposito, giova rinfrescare la memoria sull’ argomento.
Nel 2015, al termine di una “battaglia” durata circa dieci anni, il famoso Ecomostro, il fabbricato rotondo che per quattro decenni ha dominato come un incubo plumbeo il lungomare di Lavinio, nei pressi di Tor Caldara, è finalmente sparito dal panorama della costa Laviniense, sbriciolato dalle ruspe dopo aver sostato sul luogo, precipitando di anno in anno nel degrado più assoluto.
La sua scomparsa è stata salutata in festa, specie da chi abitava davanti ad esso poiché, a causa di quella bruttura, non riusciva a vedere il mare. E in questo caso, il palazzone non era di sicuro degno di essere conservato.
Quasi contemporaneamente alla demolizione, fuori dal cancello che chiudeva la recinzione dell'area del cantiere è apparso un grosso cartello con disegnato sopra il progetto del complesso di villette che stava per essere costruito da una grossa impresa edile strettamente connessa ad un politico di Anzio.
Ma poi nulla è stato fatto. Il terreno su cui materializzare il progetto non è risultato idoneo all' edilizia. Già, perché qualcuno, per caso, si ricorda che Lavinio e dintorni sorgono su terreno vulcanico, quindi, non eccessivamente stabile? Morale della favola: la superficie su cui sorgeva l’ Ecomostro è stata ricoperta da una gettata di cemento per fermare quel che era rimasto dell' edificio, e tutto è finito lì.
Quasi contemporaneamente alla demolizione, fuori dal cancello che chiudeva la recinzione dell'area del cantiere è apparso un grosso cartello con disegnato sopra il progetto del complesso di villette che stava per essere costruito da una grossa impresa edile strettamente connessa ad un politico di Anzio.
Ma poi nulla è stato fatto. Il terreno su cui materializzare il progetto non è risultato idoneo all' edilizia. Già, perché qualcuno, per caso, si ricorda che Lavinio e dintorni sorgono su terreno vulcanico, quindi, non eccessivamente stabile? Morale della favola: la superficie su cui sorgeva l’ Ecomostro è stata ricoperta da una gettata di cemento per fermare quel che era rimasto dell' edificio, e tutto è finito lì.
Non è il caso di Villa Marcella la quale, al contrario, si erge su suolo più stabile ma, come molti hanno avuto – e hanno ancora – occasione di vedere, se passanti su Via del Tridente, è vittima del tempo spietato che l’ ha consumata fino allo scheletro di legno, riducendola all’ ombra di se stessa, colpa anche di un palese disinteresse da parte di chi avrebbe dovuto tutelarne il bene.
Se sarà abbattuta è molto facile che sia sostituita anche questa dall’ennesimo complesso di villette carine, linde, ma a fotocopia. Se sarà abbattuta, la sua demolizione costituirà l' ennesima prova dell'incapacità di gestione dei beni da parte delle istituzioni preposte all'incarico.
Una buona fetta della popolazione di Lavinio, indubbiamente quella che vive di ricordi come qualche maligno insinuerebbe, chiede da anni che possa essere ristrutturata ed impiegata per scopi utili alla collettività.
Va in aggiunta menzionato che l'architettura di questa villa è citata in più di una rivista del settore (architettura, per l'appunto!), ergo, pur in rovina, essa rappresenta un modello di stile pressoché scomparso, dunque, da conservare se non altro come esempio di tale stile.
Una buona fetta della popolazione di Lavinio, indubbiamente quella che vive di ricordi come qualche maligno insinuerebbe, chiede da anni che possa essere ristrutturata ed impiegata per scopi utili alla collettività.
Va in aggiunta menzionato che l'architettura di questa villa è citata in più di una rivista del settore (architettura, per l'appunto!), ergo, pur in rovina, essa rappresenta un modello di stile pressoché scomparso, dunque, da conservare se non altro come esempio di tale stile.
Poche settimane orsono, tramite bando, la Regione Lazio ha reso disponibili ai Comuni cospicui finanziamenti finalizzati al recupero di beni immobili confiscati alla malavita. Il bando scadeva il 17 ottobre e la notizia è trapelata pochi giorni prima, ma una veloce operazione di "intelligence", unità ad un rapido tam-tam comunicativo, ha favorito l' accaparrarsi di questa ghiotta occasione da parte degli interessati. Per fortuna.
A questo punto non ci resta che attendere e sperare, provando a confidare nella buona volontà di chi dovrebbe occuparsi di questo prezioso compito
Amen.
P. L.
lunedì 21 ottobre 2019
VILLA MARCELLA RITORNA
Era della banda della Magliana, oggi è motivo di disagio e pericolo per la gente
ABBATTERE
VILLA MARCELLA
Sembra il relitto di un disco volante, il rudere che in fondo alla via del Tridente a Lavinio ricorda i fasti di un tempo passato e l’inefficienza di quello presente. E’ una vecchia storia che la prosa brillante di una cara amica di tante battaglie nel Comitato per Lavinio, Paola Leoncini, ha raccontato tante volte nella pagine della stampa locale.
“Fatta costruire da un architetto estroso, negli anni ' 60, con accorgimenti particolari per venire incontro ai gravi disagi di una figlia handicappata (infatti, nel retro della casa si può notare il cilindro ospitante una sorta di ascensore che serviva alla ragazza per spostarsi da un piano all'altro della casa), la villa viene poi rivenduta dallo stesso architetto, vittima di un rovescio di fortuna, e passa attraverso vari proprietari finché non è acquistata da un compratore molto abbiente il quale si rivelerà poi membro della famosa Banda della Magliana, organizzazione di delinquenti che imperversa ed infesta Roma e provincia per tutto il decennio '70. Lavinio ricorda la villa per le feste faraoniche che avevano luogo all'interno della casa, addobbata ed illuminata meglio delle ville hollywoodiane, nel corso delle cui serate, scorreva alcool ma, soprattutto, droga, a fiumi. Durante uno di questi party, qualcuno ci lascia le penne in circostanze mai chiarite. Malore da consumo di stupefacenti, o omicidio? L'arcano non è mai stato risolto. Morale della favola: chiamata da fuori a causa del chiasso dei festanti, la Polizia fa irruzione nella villa, arresta tutti, la villa viene chiusa, sigillata, sequestrata e resa pertanto inutilizzabile ed inabitabile per 25 anni e anche di più. Ai primi anni del nuovo millennio, scaduti i tempi giudiziari, la villa è dissequestrata, ma oltre 30 anni di silenzio, disinteresse (la costruzione è in fondo ad un vialetto non molto visibile e frequentato) e completo abbandono sono ostentati agli occhi di chi passa davanti ad essa in termini di muri scrostati e macchiati di umidità, vetri rotti, tetto spiovente non solo per capricci artistici, giungla verde costituita da piante nate spontaneamente nella piscina, non si sa se tutte originarie del luogo, così come si sa poco sulla fauna, che circola fra quelle fronde, a parte i topi e le zanzare che vi si trovano in quantità industriali. Le scale congiungenti i due piani della casa hanno un aspetto per niente rassicurante che non incoraggia di certo un'ispezione accurata anche fra i possibili coraggiosi "addetti ai lavori". E non ispirerebbe fiducia neppure al fantasma di Nosferatu.
“Fatta costruire da un architetto estroso, negli anni ' 60, con accorgimenti particolari per venire incontro ai gravi disagi di una figlia handicappata (infatti, nel retro della casa si può notare il cilindro ospitante una sorta di ascensore che serviva alla ragazza per spostarsi da un piano all'altro della casa), la villa viene poi rivenduta dallo stesso architetto, vittima di un rovescio di fortuna, e passa attraverso vari proprietari finché non è acquistata da un compratore molto abbiente il quale si rivelerà poi membro della famosa Banda della Magliana, organizzazione di delinquenti che imperversa ed infesta Roma e provincia per tutto il decennio '70. Lavinio ricorda la villa per le feste faraoniche che avevano luogo all'interno della casa, addobbata ed illuminata meglio delle ville hollywoodiane, nel corso delle cui serate, scorreva alcool ma, soprattutto, droga, a fiumi. Durante uno di questi party, qualcuno ci lascia le penne in circostanze mai chiarite. Malore da consumo di stupefacenti, o omicidio? L'arcano non è mai stato risolto. Morale della favola: chiamata da fuori a causa del chiasso dei festanti, la Polizia fa irruzione nella villa, arresta tutti, la villa viene chiusa, sigillata, sequestrata e resa pertanto inutilizzabile ed inabitabile per 25 anni e anche di più. Ai primi anni del nuovo millennio, scaduti i tempi giudiziari, la villa è dissequestrata, ma oltre 30 anni di silenzio, disinteresse (la costruzione è in fondo ad un vialetto non molto visibile e frequentato) e completo abbandono sono ostentati agli occhi di chi passa davanti ad essa in termini di muri scrostati e macchiati di umidità, vetri rotti, tetto spiovente non solo per capricci artistici, giungla verde costituita da piante nate spontaneamente nella piscina, non si sa se tutte originarie del luogo, così come si sa poco sulla fauna, che circola fra quelle fronde, a parte i topi e le zanzare che vi si trovano in quantità industriali. Le scale congiungenti i due piani della casa hanno un aspetto per niente rassicurante che non incoraggia di certo un'ispezione accurata anche fra i possibili coraggiosi "addetti ai lavori". E non ispirerebbe fiducia neppure al fantasma di Nosferatu.
Insomma, un panorama deprimente che, rammentando i fasti di 40 anni prima, stringe il cuore a chi, appunto, li ricorda”
Lo stato di abbandono e di degrado in cui versa la magione è serio motivo di allarme per il vicinato. E' da citare, infatti, che l'immediato circondario della villa è abitato: ad un lato da una simpatica signora vivente in una graziosa villetta dai muri dipinti di rosa, che cozza in maniera terribile contro il grigio squallore della casa semi-distrutta; e di fronte, da un signore nordico (lombardo), artista del marmo. Insomma il relitto della Villa Marcella sta causando da anni un disagio non più sostenibile da parte del vicinato. C’è un limite a tutto e, pur con le restrizioni imposte da un bilancio asfittico, bisogna intervenire. Se ne è parlato di nuovo nell’ambito del Comitato Per Lavinio e nelle riunioni di Uniti Per l’Ambiente e si è deciso che è l’ora di tornare alla carica con il Comune per trovare una soluzione. Certamente la villa non è tecnicamente recuperabile e quindi deve essere abbattuta per ricavarne uno spazio che il Comune potrà destinare per qualche attività socialmente apprezzabile. La soluzione del problema è stata rimandata per anni e non può essere rimandata in eterno. Riprendendo da una richiesta dell’Associazione Città Insieme, ho segnalato, anche se in maniera del tutto informale, al Sindaco di Anzio la possibilità di attingere ai fondi regionali messi a disposizione per il recupero dei beni sequestrati alla delinquenza organizzata ( con determina n. G12058 del 13/9/2019). Verrà coinvolta l’autorità sanitaria per ribadire la situazione di pericolo e verrà formulata una richiesta formale al Comune di intervenire. Lo Abbiamo fatto per il mostro a forma rotonda sulla spiaggia vicino a Tor Caldara. Ora tocca Villa Marcella.
Lo stato di abbandono e di degrado in cui versa la magione è serio motivo di allarme per il vicinato. E' da citare, infatti, che l'immediato circondario della villa è abitato: ad un lato da una simpatica signora vivente in una graziosa villetta dai muri dipinti di rosa, che cozza in maniera terribile contro il grigio squallore della casa semi-distrutta; e di fronte, da un signore nordico (lombardo), artista del marmo. Insomma il relitto della Villa Marcella sta causando da anni un disagio non più sostenibile da parte del vicinato. C’è un limite a tutto e, pur con le restrizioni imposte da un bilancio asfittico, bisogna intervenire. Se ne è parlato di nuovo nell’ambito del Comitato Per Lavinio e nelle riunioni di Uniti Per l’Ambiente e si è deciso che è l’ora di tornare alla carica con il Comune per trovare una soluzione. Certamente la villa non è tecnicamente recuperabile e quindi deve essere abbattuta per ricavarne uno spazio che il Comune potrà destinare per qualche attività socialmente apprezzabile. La soluzione del problema è stata rimandata per anni e non può essere rimandata in eterno. Riprendendo da una richiesta dell’Associazione Città Insieme, ho segnalato, anche se in maniera del tutto informale, al Sindaco di Anzio la possibilità di attingere ai fondi regionali messi a disposizione per il recupero dei beni sequestrati alla delinquenza organizzata ( con determina n. G12058 del 13/9/2019). Verrà coinvolta l’autorità sanitaria per ribadire la situazione di pericolo e verrà formulata una richiesta formale al Comune di intervenire. Lo Abbiamo fatto per il mostro a forma rotonda sulla spiaggia vicino a Tor Caldara. Ora tocca Villa Marcella.
Sergio Franchi
venerdì 25 agosto 2017
RICHIESTA ACCESSO AGLI ATTI
COMITATO PER LAVINIO
Prot N.140817
A: Sindaco di Anzio via Pec
Assessore all’Ambiente Comune di Anzio via Pec
Segretario Generale Comune di Anzio via Pec
Assessore ai Tributi comune di Anzio via Pec
Protocollo Comune di Anzio per
successiva distribuzione agli Uffici. Via Pec.
Oggetto:
Richiesta formale di accesso agli atti
Io sottoscritto Dr. Sergio Franchi a nome e per
conto dell’Associazione Comitato per Lavinio ed indirettamente del Comitato Cittadini Sacida, di Legambiente di Anzio-Nettuno e di altri
gruppi ad essi collegati nell’azione di
indagine per conoscere le ragioni e le responsabilità del grave disservizio
nella gestione della raccolta dei RSU che perdura da anni nell’ambito del
Comune di Anzio,
- In funzione di portatore di interessi pubblici e diffusi,
- in attuazione di quanto stabilito dalla legge 241/1990 e delle successive e recenti modifiche ,
Richiedo
in via formale di poter accedere agli atti amministrativi in possesso del
Comune di Anzio per quanto riguarda l’ottenimento in copia cartacea ovvero in forma telematica della seguente
documentazione relativa alla gestione della
raccolta dei RSU nel comune di Anzio e precisamente:
- quantità prodotte espresse in peso delle frazioni di rifiuti “organico”, “vetro”, “carta e cartone”, “plastica”, “indifferenziata” calcolate per mese e relative ai periodi:1/1/2013-31/12/20131/1/2014-31/12/20141/1/2015-31/12/20151/1/2016-31/12/20161/1/2017-31/7/2017
- copia completa del contratto stipulato con la ditta Camassambiente per la gestione del servizio di Igiene Urbana e Servizi Accessori per la Raccolta Differenziata dei Rifiuti SPA (Det.Dirigenziale n. 43 del 25/03/2015) e relative modifiche o aggiunte successivamente poste in essere. Copia del contratto stipulato con altra ditta nell’estate 2017 per la raccolta supplementare dei rifiuti abbandonati in strada.
- Copia dei contratti relativi alle ditte di smaltimento (o riferimenti ove si tratti di contratti collettivi) delle frazioni “organico”, “vetro”, “carta e cartone”, “plastica” e “indifferenziata”, nonché “metalli”, “olii”, “Raee” ecc. con le quantità espresse in peso smaltite presso ciascuna di queste, riassunte per anno con l’indicazione annua cumulativa degli importi versati o ricevuti da ciascuno degli enti di smaltimento. Gli anni presi in esame sono il 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017 (parziale).
- Situazione aggiornata dello stato di pagamento della TARI. La situazione può essere espressa in percentuale degli utenti in regola rispetto al totale degli utenti. La situazione è richiesta per gli anni 2013, 2014, 2015, e 2016.
- Tasso ufficiale di differenziazione dei rifiuti espresso in percentuale calcolato secondo la formula fornita dalla Regione Lazio relativamente agli anni 2013, 2014, 2015 e 2016.Si prega di dare a questa richiesta il carattere dell’urgenza e di produrre il materiale richiesto nel minor tempo possibile.Si precisa che, poiché la presente richiesta non inficia il diritto di altri e concerne dati che, per dovere istituzionale Codesto Comune deve produrre, il tempo che la legge ( normativa FOIA) concede, in modo perentorio, a Codesta Amministrazione per la produzione dei dati è di trenta giorni solari. Trascorso tale periodo dalla data di questa richiesta i rappresentanti dei Comitati e delle Associazioni interessate procederanno per tutelare il proprio diritto alla conoscenza degli atti amministrativi che li riguardano.Il punto di contatto è:Con osservanza.Anzio 24/8/2017 Dr. Sergio Franchi
martedì 1 agosto 2017
LETTERA AL SINDACO IN MERITO ALLA SITUAZIONE ATTUALE
LUGLIO 2017
Signor Sindaco,
Lei sa certamente che il nostro gruppo,
unico nella sua specie, ha, come solo obiettivo, quello di contribuire al
progresso del nostro territorio perché esso è costituito da persone che nel
territorio vivono e che questo territorio amano ma che non “fanno politica”.
Purtroppo, però, negli ultimi anni l’obiettivo è necessariamente mutato ed il
nostro Comitato invece di contribuire al progresso si deve limitare a
combattere il degrado assoluto in cui la città di Anzio ed i suo quartieri sono
caduti. Abbiamo avuto più occasioni di incontrarLa e di parlare con Lei ma,
quello che appare dal confronto, è una
Sua visione limitata della situazione generale e, a mio avviso, il fatto che
Lei non sembra percepire la perdita di
controllo del territorio; una percezione, mi creda, condivisa da tantissimi
cittadini che non Le sono politicamente avversi. Prendiamo ad esempio la
gestione dei rifiuti. Negli anni abbiamo dato chiaro e netto il segno della
nostra volontà di partecipare secondo un concetto fondamentale:”senza il
confronto e la collaborazione fra utenza e gestione il servizio fallisce”. In
collaborazione con il compianto Ing. Natalini producemmo nel 2008 un studio
pilota che spedimmo all’ufficio competente proponendo di collaborare con il
medesimo per la sua sperimentazione, quell’ufficio ignorò l’apporto e la
collaborazione dell’utenza. Dopo l’iter tribolato che ha condotto all’appalto, il servizio ha immediatamente dato il segno di
carenze sia strutturali sia gestionali. Il capitolato ha mostrato le lacune che
Lei stesso ha recentemente sintetizzato con la frase “questo capitolato non va bene per
Anzio”: questo capitolato è stato concepito, adottato e gestito dalla Sua
Amministrazione. La gestione, nella sua
complessità interdisciplinare, ha rivelato lacune devastanti. Abbiamo
accentuato successivamente la nostra proposta di collaborazione tanto da
giungere alla firma di un protocollo d’intesa con l’Assessore all’Ambiente
(23/9/2105 prot 36351) al fine di contribuire ad apportare quelle necessarie
modifiche operative indispensabili per razionalizzare il servizio e per abbattere quei costi che
riteniamo dovuti ad anomalie correggibili. L’accordo, che fu completamente
disatteso da parte dell’Amministrazione, fu unilateralmente denunciato dal
nostro gruppo il 15/6/2016. Il risultato è che le strade del Comune sono diventate
una discarica generalizzata. Oltre al grande danno d’immagine che ne deriva ad un
comune con vocazione turistica c’è, però un aspetto di danno che deriva alla
comunità dei contribuenti. Non entriamo volutamente nell’analisi complessa
delle ragioni ma riteniamo utile sintetizzare l’aspetto economico e le anomalie
che ne influenzano l’evoluzione. I
servizi di raccolta differenziata dei rifiuti tendono a veder ridotti i costi
alla fine del secondo anno, quando cioè sono stati ammortizzati i costi di
start up (nel nostro caso sostenuti dal contributo della Provincia) e si
incrementa il ricavato dalla vendita delle frazioni differenziate. Nel caso di
Anzio l’aumento della tariffa è stato costante ed è previsto che continui. Quali
sono le ragioni? Le ragioni sono molteplici ma che si possono riassumere in
alcuni aspetti operativi: la scarsa capacità di gestire il servizio, un
contratto poco funzionale, l’enorme quantità di rifiuti raccolti in strada con
la conseguente lievitazione dell’indifferenziato, la decisione di non
considerare i rifiuti verdi come frazione differenziata, la mancata
distribuzione delle compostiere, l’inefficienza del servizio di prelievo
domiciliare ecc. Questi elementi che, nonostante i nostri reiterati tentativi,
la dirigenza del servizio non ha creduto opportuno modificare, costituiscono le
ragioni dei maggiori costi e un maggiore gravame ingiustificato per la gente. I
rifiuti si prelevano presso l’utenza; le bonifiche stradali devono costituire
un’eccezione e quando esse sono la
regola allora il servizio ha fallito ed
a pagarne le spese sono quei cittadini che pagano la TARI. Non riteniamo giusto
che questo spreco di risorse possa protrarsi a carico dei cittadini per cui
abbiamo programmato una serie di manifestazioni che dovrebbero costituire invito
e stimolo per Lei, Signor Sindaco, a prendere immediati e radicali provvedimenti
per invertire un corso poco virtuoso che ha provocato e provoca enorme disagio
ed un danno economico alla gente ed all’immagine
di Anzio.
Sergio Franchi
lunedì 10 aprile 2017
CONFERENZA REGIONALE DEI SERVIZI
20 APRILE 2017
CONFERENZA REGIONALE
DEI SERVIZI.
Si parlerà della mega discarica della Cogna.
Come mai, dopo mesi di "letargo", la Regione ha deciso di accelerare i tempi?
lunedì 27 marzo 2017
INAUGURAZIONE NUOVA SEDE DI LEGAMBIENTE
INAUGURAZIONE DELLA
NUOVA SEDE DEL CIRCOLO LEGAMBIENTE LE RONDINI
Legambiente è l'organizzazione ambientalista italiana più
diffusa sul territorio nazionale: oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000
gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione
ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno partecipano ai campi di
volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione
con altre realtà locali. Da molti anni nel comprensorio di Anzio Nettuno opera
il Circolo di Legambiente “Le Rondini” che porta avanti le iniziative nazionali
e partecipa a molti progetti del territorio di Anzio e Nettuno anche in
collaborazione con altri gruppi in difesa della natura e dell’ambiente. Un
limite all’ attività del circolo è stata da sempre la mancanza di una sede in
cui riunirsi e da cui gestire le varie
attività associative. Dopo lo “sfratto” da parte del Comune di Anzio dalla sede
compartecipata di Piazza Pia, per oltre un anno le riunioni e l’attività del
circolo sono proseguite con qualche
difficoltà dall’ abitazione della sua presidente Anna Tomassetti. Fino al
momento in cui Rete Ferroviaria
Italiana, attraverso il programma “Green Station”, con cui concede in comodato d’uso spazi delle stazioni
secondarie ad associazioni ambientaliste, ha ceduto il locale della
ex-biglietteria della Stazione di Anzio al circolo di Legambiente di Anzio-Nettuno; che costituisce quindi la prima “Green
Station” del Lazio. Dopo qualche essenziale lavoro di manutenzione la sede del
Circolo Le Rondini è pronta e la sua inaugurazione avrà luogo alle ore
10.00 di mercoledì 19 aprile 2017 con la presenza di una rappresentanza di RFI
ed a cui sono state invitate le autorità locali. E’ prevista la ripresa
televisiva da parte della RAI. I
cittadini sono invitati a partecipare.
Ufficio Stampa
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